INSEGNE LUMINOSE AL NEON: PER UN CINEMA DA OSCAR
Quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas. La dichiarazione d’intenti resa famosa da tanti film di Hollywood vale anche nel mondo delle insegne luminose. Sì, perché le più belle e brillanti insegne pubblicitarie che dagli anni ’30 agli anni ’80 hanno scritto la storia della capitale del divertimento a stelle e strisce, vivono oggi una seconda primavera in un museo a loro dedicato.
Il Neon Sign Museum and Boneyard, infatti, ospita le 150 insegne luminose al neon più rappresentative della storia di Las Vegas, oggi dismesse: dalla gigantesca insegna che campeggiava sulla facciata dell'hotel Stardust alla scritta che attirava l’attenzione dei passanti di fronte al casino Moulin Rouge, fino alla luminosissima "Golden Nugget" appartenente a una famosa casa da gioco.
La prima insegna con lampadine al neon fu installata nel 1929 all'Oasis Cafè Fremont Street. Da quel momento, per 50 anni sono proliferate decine e decine di altre insegne che hanno illuminato le notti folli e sfrenate della città del Nevada.
A partire dagli anni ’90 l’avvento delle nuove tecnologie, in particolare i LED, ha lentamente mandato in pensione le insegne al neon, ricche di fascino retrò, ma prive di efficienza energetica e di bassi costi di manutenzione.
Un museo a cielo aperto di grande interesse storico, quindi, che certifica il valore artistico delle vecchie insegne al neon. Aggirarsi fra insegne di discoteche, strip club e pubblicità varie è come fare un tuffo nel passato.
Anche in Italia, la storia delle insegne luminose al neon inizia negli anni ’30. Anche se la moda viene lanciata su larga scala dallo storico marchio Cinzano, una delle prime in assoluto è realizzata da Eliosneon, azienda nata come costola pubblicitaria dell’antica Soffieria Monti, specializzata nella soffieria scientifica.